Bambini creativi? Fateli annoiare (ma non troppo)

  • Postato da: Marco Masella

I Bambini creativi sono il “desiderio di molti genitori”.

Normalmente si tende ad attribuire alla loro creatività una valenza legata all’intelligenza e la si interpreta come indice di potenzialità.

Forse è per questo che molti genitori alla frase “Mamma mi annoio!” vanno in panico; fanno di tutto per annullare questo stato e quando non ci riescono , si sentono cattivi genitori.

Ecco perché la maggior parte dei papà e delle mamme, a quel punto, tende a fare la cosa più semplice: fornire intrattenimento tecnologico. Ipad, Playstation, Wii e affini sono un ottimo sistema per riempire rapidamente il senso di noia dei nostri bambini, così noi adulti possiamo continuare a fare ciò che stavamo facendo. Quasi come se ogni momento della giornata dovesse essere necessariamente scandito da un qualche “intrattenimento” utile a sviluppare una determinata abilità del bambino. Tutto per rendere i propri bambini creativi, disposti a tutto pur di non farli annoiare.

Ma sei proprio sicuro che sia così?

 

BAMBINI CREATIVI: NOIA VS IPER attività

bambini creativiMolti genitori poi, per far sì che la noia non arrivi all’improvviso, strutturano il tempo.

Praticamente organizzano la giornata dei figli: scuola, piscina, calcio, catechismo, cena e infine bagno, quasi come fosse una giornata lavorativa con tanto di impegni segnati in agenda. Tutto con la convinzione che ogni momento della giornata debba essere ottimizzato, e debba essere funzionale a qualcosa: “il calcio lo aiuta a questo…”, “il catechismo a questo…”, “il videogames a quest’altro…”: ok la giornata è completa!

L’equazione alla base di tale convinzione è la seguente: più espongo i miei figli ad attività e relazioni più li aiuto ad aumentare il loro grado di socievolezza e a diventare dei bambini creativi.

Questa equazione è vera… in parte.

Per capire se pensi alle attività di tuo figlio in modo equilibrato, o se stai premendo l’acceleratore sulla sua “agenda”, rispondi a queste domande:

  • Quando tuo figlio pensa “liberamente”?
  • Quando può dare sfogo alla sua fantasia?
  • Quando può consentire alla sua fantasia di fare un gioco che sia davvero aperto?

E sopratutto…

  • Quando, durante l’arco della giornata tuo figlio può essere libero di non fare alcunché (esclusi i trasferimenti in macchina 🙂 )?

Ovviamente non sto parlando di “destrutturare” la giornata dei nostri figli e lasciarli senza alcuna interazione sociale, ma neanche riempire la loro giornata sempre con qualcosa, con la convinzione che questo li aiuti a non soffrire di noia.

L’approccio “giornata super piena” non è necessariamente un benefico.

Lo spirito di iniziativa e la fantasia, si spronano anche , se i bambini sono liberi, se non hanno nulla da fare, se si lascia loro un giusto tempo e un giusto spazio per organizzare, da soli, la loro esplorazione del mondo!!

Pertanto, se volgiamo vedere i nostri bambini creativi, dobbiamo anche accettare di lasciar loro il “tempo “ per sperimentare la noia.

Questo non significa assolutamente che lasciare a se stesso un bambino sia una strategia per stimolare la sua creatività. Viceversa, aiutare un bambino ad accettare le noia come fase transitoria, accompagnata sempre dalla dimensione relazionale genitoriale che fornisce protezione e sicurezza, può essere di ausilio per stimolare la sua innata esigenza esplorativa e creativa, al di fuori dagli usuali impegni presi per loro.

Quando espongo queste considerazioni la domanda che molti genitori mi fanno è: “Quindi se lasciamo i bambini così liberi di esprimersi, impareranno a gestire il loro tempo?”

  1. Sì, se tale “libertà” è accompagnata da una dimensione relazionale che fornisce al bambino sicurezza e protezione, consentendogli di attraversare anche un temporaneo stato di noia e attivando l’innata motivazione esplorativa che gli consente di organizzare in libertà spazi e tempi.
  2. No, se tale “libertà” significa lasciare il bambino a se stesso, immerso per troppo tempo nella noia e/o senza la vicinanza relazionale (non necessariamente fisica) della figura di accudimento. Il risultato di un simile atteggiamento potrebbe essere il contrario di quello che ci si aspetta: il blocco del sistema esplorativo e/o lo scivolamento in una situazione caratterizzata da un tono dell’umore deflesso.

Ricordiamo, infatti, che il sistema motivazionale esplorativo (curiosità, creatività, scoperta del nuovo, etc.) è attivato in modo ottimale solo al raggiungimento di una condizione di percepita sicurezza relazionale, ovvero quando il bambino “sa” che il suo caregiver lo accudirà in caso di bisogno.

Bambini creativi? Fate “spazio” alla creatività

Ci sono bambini che creano case con gli scatoloni, altri recitano con qualche amico inesistente, altri ancora cantano, ballano o disegnano sui muri e altri imitano i grandi nei propri lavori quotidiani.

Sai cosa faceva Einstein da piccolo?

Studiava per ore e ore gli insetti che camminavano sui marciapiedi e questo non gli era stato certo imposto dai genitori… e guarda cosa è riuscito a fare con quel meraviglioso cervello che si è poi ritrovato.

Diamogli il contesto relazionale sicuro che gli consente di attivare il loro sistema esplorativo e proviamo a lasciarli fare, senza imporre loro attività e regole eccessive, …questo è il loro modo di esplorare il mondo, di crescere e quindi di arrivare alla realizzazione di sé stessi.

Bambini creativi si diventa se i genitori sanno metterli in condizione di sviluppare la loro creatività ed il loro desiderio di esplorare.

Bambini creativi: Il ruolo del genitore

Naturalmente il bambino non possiede, da solo, tutte le chiavi in grado di liberare le proprie potenzialità creative ed esplorative, per cui va accudito.

L’accudimento deve essere duplice: da un lato il caregiver deve porsi come “base sicura” consentendo al bambino di attivare la modalità esplorativa e, all’interno di questa, fornire un contesto, un ambiente, che fornisca al bambino quelle “affordances” (stimoli, giochi, oggetti, possibilità di interazione) che incentivano la sua vena creativa.

 

Bambini creativi: create un ambiente adatto per sviluppare creatività

Quando il bambino dice “Mi sto annoiando”, generalmente si sta annoiando:

  • rispetto ad una condizione imposta da noi;
  • o si sta semplicemente annoiando, perché non ha un ambiente che gli fornisce il materiale necessario a divertirsi..

Per spiegarti meglio: Federico, figlio di una mia conoscente, da piccolo è sempre stato un bambino annoiato. La madre voleva una casa super ordinata.In giro non ci dovevano mai essere giocattoli, scatole o qualsiasi altro materiale “infantile”. Beh! Federico a casa non si muoveva praticamente. Quando usciva con i genitori era estremamente nervoso e saltava sempre in continuazione, talvolta fino a farsi male.

Paolo invece, il figlio di una mia ex vicina di casa, è un bambino totalmente diverso. La mamma gli permette di giocare a suo modo, gli ha preparato un ambiente adatto e appena può, gioca con lui. Per caso, una volta l’ho sentito allegramente gridare mentre aveva le braccia aperte: “ Mamma spostati un attimo che devo guardare dove atterrare” In quel momento lui era in volo, si trovava all’interno di un aereo o era lui stesso l’aereo. Chissà!

Ma questa troppa fantasia non fa male… te lo chiedi vero?

No, proprio per niente, anzi! Paolo è un bambino estremamente felice e autonomo.

Tutto ciò naturalmente, non sta a significare che il bambino deve essere lasciato libero di fare tutto ciò che vuole.

Deve solo essere lasciato libero di pensare e di esprimere al meglio la propria creatività.

Ipad, cellulari, computer e videogames possono essere stimoli interessanti per i nostri bambini, tuttavia è importante limitare il tempo in cui si sta a contatto con questi oggetti tecnologici.

I bambini hanno bisogno di essere fisicamente attivi e in relazione con altri.

Ricapitolando: come dobbiamo comportarci se il bambino dice: ”Mi sto annoiando”!

  • Beh! La prima cosa da fare, sia che tu sia mamma o papà è quella di fermarti un momentino e lasciar perdere qualsiasi altra attività tu stia facendo. Avvicinati al tuo bambino parla con lui, comprendi le ragioni di questa espressione.
  • Vedrai come inizierà a carburare… A volte ha bisogno di più tempo, a volte meno. Dipende dalla “connessione” che c’è fra te e lui in quel momento. Offrigli poi di fare qualcosa con te, vedrai che in pochi minuti sarà lui stesso a dirti cosa gli piacerebbe fare o dove vorrebbe andare. Non è male comunque un po’ di brainstorming (sulle varie attività ) con lui.

Una volta che i bambini comprendono l’esistenza di limiti e regole sull’uso di televisione e videogames, diventano bravissimi a intrattenere sé stessi e diventano molto più creativi anche nel gioco.

Ricordati comunque, che ci sono giochi elettronici molto belli ed istruttivi e che imparare ad usare il computer oggi è fondamentale, quindi non tutta la tecnologia va buttata.

Basta solo selezionare le cose giuste! E dar loro il tempo giusto!

 

Autore: Marco Masella
Marco Masella Presidente della Scuola di Palo Alto, Padre e promotore di Educare i Bambini alla Felicità.

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14 commenti

  • Sabrina

    Buonasera
    Sono la mamma di un bambino di 8 anni che tra poco comincerà la terza elementare.
    Io ho il problema al contrario.
    Le spiego: vivo in campagna ed il mio bambino è iper-stimolato. Invenzioni sono all’ordine del giorno. I suoi giochi preferiti sono chiodi, martello, tavolette di legno con cui crea pseudo macchinine, cuccia per il cane, case sull’albero.
    Ogni cosa per lui diventa gioco anche le mollette per stendere i panni, correre dietro ai polli, creare scherzi e birichinate.
    A scuola, fino ad ora, va anche bene, ma temo ora che va in terza elementare e quindi avrà un primo approccio serio con lo studio, mi scoppi.
    Non le nascondo che sto andando dalla psicologa in questo momento, proprio perché mi aiuti ad ” incanalare” questa energia esplosiva del bambino. La mia paura è di non essere in grado di dargli quello di cui ha bisogno per esprimere se stesso e che quindi si senta incompreso.
    Penso che la scuola adatta a lui sia la steineriana, ma non me lo posso permettere. Come posso aiutarlo affinché esprima al meglio le sue potenzialità e capire che tutto passa per lo studio?
    La ringrazio, se mi risponderà.
    Una mamma in pensiero…

    • Cara Sabrina,

      un bambino così vulcanico, attivo e creativo certamente saprà trovare in ogni circostanza stimoli per tenere vivo il suo bisogno di sperimentare, creare ed apprendere.
      E stai certa che qualora non li trovasse tu sarai la prima ad accorgertene.
      Goditi con serenità il tuo splendido bambino e tutte le sue nuove esperienze scolastiche. Da madre attenta saprai valutare eventuali segnali di allarme e intervenire opportunamente.
      In bocca al lupo.

  • Elisa

    Ottimo articolo.
    A questo proposito ho un aneddoto carino che riguarda mio figlio 5enne. Durante un pomeriggio passato a ciondolare dentro casa, gli ho chiesto se volesse fare qualche gioco. La sua risposta è stata: “ma mamma, stiamo già giocando!”
    “Ah si? E a cosa?”
    “Stiamo giocando ad annoiarci! Va bene così.”.
    Devo dire che lui apprezza molto i suoi lunghi “tempi morti”, in cui trova autonomamente attività a lui congeniali.

  • Pilar

    Mio figlio di 14 anni non vuole pratticare nessuno sport. Cosí l’ho costretto a frequentare un gruppo scout ( consiglio di un dottore ). Nel tempo libero studia poco e sta tanto attaccato a cellulare, pc e tv. Qualche volta lavora sui fumetti fatti da lui ed i suoi amici. Come posso fare per farlo stare più distaccato dagli schermi? Grazie,

    • Cara Pilar,
      difficile dare un consiglio a freddo senza conoscere tuo figlio e il suo mondo. Tu sei la persona che più di chiunque altro è in grado trovare la chiave che può equilibrare le cose stimolando e incoraggiando l’impegno in un determinato sport o attività che ti accorgi suscitare il suo interesse.
      E poi le regole: a 14 anni si può ancora pensare di mettere confini chiari su come e quando è consentito l’uso di questi strumenti.

  • Grazia

    Gent.mo sig. Masella
    Sono una semplice insegnante della scuola dell’infanzia.
    Mi permetto dI dirle che apprezzo quanto ha pubblicato a proposito della noia.
    Penso semplicemente che qualche momento di sana noia ” non far niente” poter fantasticare, sniffare, sognare faccia solo bene. Anche questo momento contribuiscono alla crescita e formazione della persona.
    Cordialmente grazia

  • Sonia

    Innanzitutto Grazie per queste informazioni meravigliose che condivido pienamente. Oggi i bambini sono super impegnati così come i loro genitori e qualsiasi “pausa” li fa andare in tilt! Lavoro nella scuola dell’infanzia e lo ritengo un mio compito dare informazioni e suggerimenti sulla crescita libera e responsabile, sugli strumenti (quali i giochi o i “tempi morti” 🙂 o le favole o le relazioni ) che producono menti felici, critiche e autonome.
    Ma è generalmente più semplice ‘impartire’ lezioncine preconfezionate e tener tutto sotto controllo….e questo ha a che fare con il nostro Sentire, con la nostra voglia di conoscere e sperimentare a partire da ….noi stessi

    • Grazie a te Sonia per il tuo contributo che avverto come “sentito”.
      I preconfezionati sono comodi per tanti (me compreso) quando si viene colti in momenti in cui siamo subissati da altre cose da fare. E’ proprio li che bisogna, però, avere la forza di “fermare il mondo” e riflettere su quello che sta accadendo. Cosa c’è di più importante e prezioso dei nostri ragazzi?

  • lauratarulli

    Sono una insegnante di scuola dell’ infanzia i miei figli sono ormai adulti. Condivido pienamente perché io lavoro sempre con materiale povero e mi rendo conto che dando il giusto input i bambini creano dei capolavori. Poi troppe attività per me li stressano e li possono a volte rendere irrequieti se non sono realmente motivati.

  • Alessandra

    Sono Alessandra, un’ educatrice d’ Asilo Nido. Appena ho letto questo articolo l’ ho girato alle mie colleghe in quanto quest’ anno stiamo lavorando in particolar modo su questa tematica. Nella nostra Sezione stiamo cercando di proporre più materiale naturale possibile (e quindi piuttosto “destrutturato” es. legnetti, pigne, conchiglie, sassi,…) riducendo molto la quantità di “giocattoli” e devo dire che i bambini ci stanno dimostrando il loro enorme potenziale creativo. La fatica è il lavoro con le famiglie che stentano a comprendere il profondo messaggio che vogliamo loro lanciare. Stiamo mettendo in atto molte strategie per raggiungere il nostro obiettivo con i genitori e credo che la condivisione di questo articolo possa essere un ulteriore ed ottimo strumento. Grazie!