Strisci e capriole: anticipare i disturbi di apprendimento

  • Postato da: Marco Masella

Ho passato anni a cercare di capire cosa potessi fare per aiutare mia figlia nel suo percorso di apprendimento, per supportarla in quello che i maestri etichettavano come “carenze di apprendimento” (e che attribuivano a presunti problemi in famiglia! ): ho studiato, mi sono confrontato con esperti… tanti esperti.

E più mi confrontavo più comprendevo che mancava qualcosa. Quella stessa sensazione mi diceva di continuare a cercare, di non arrendermi… d’altronde in ballo c’èra il futuro di mia figlia.

Finchè un giorno ho incontrato il professor Luigi Sangalli che mi ha aperto gli occhi e la mente.

Poche parole, e una semplice analisi del gesto e del coordinamento motorio per individuare la causa e  indicare il percorso risolutivo.

Bastava così poco?

Si!

Ora voglio parlarti di cosa ho scoperto, ed ho sperimentato sulla mia pelle, perché tu possa avere una opportunità in più nel tuo percorso genitoriale:

Attività fisica e apprendimento sono fortemente correlati.

In questi anni ho scoperto che piccoli gesti o attività quotidiane possono aiutare i nostri figli a crescere meglio, ed è incredibile quanto sia semplice migliorare la loro (e la nostra vita) e quanto, invece, a volte ci sforziamo di complicarla.

Sai come fare per anticipare i disturbi di apprendimento nei bambini?

Sai come fare a migliorare il percorso neurologico di apprendimento di tuo figlio?

C’è un meccanismo che funziona spessissimo (salvo problemi specifici ) e che viene poco applicato.

Gli strisci e le capriole 

  • Per strisci intendo il passo del ghepardo (hai presente i militari che passano sotto il filo spinato?)
  • E le capriole, il classico gioco che i bambini i qualche anno fa facevano quotidianamente

Ebbene: Gli strisci e le capriole aiutano ad anticipare i possibili problemi di apprendimento nei bambini piccoli.

Da oggi l’indicazione è: Fai fare a tuo figlio quante più capriole possibili !

Meglio ancora se lo facessero le maestre, poiché potrebbero trasportarlo in una modalità di gioco

Perché e come funziona: aiuta a collegare il cervello del bambino (che è in formazione) nel modo migliore, cercando di evitare le mancate lateralizzazioni.

Crescere e migliorare la propria crescita è possibile giocando, e sperimentando situazioni positive.

Vuoi approfondirei perché?

Ecco qui un piccolo assaggio del Prof. PROF. ANGELO LUIGI SANGALLI – PEDAGOGISTA

“…Perché gli eserciti del mondo si sono messi un bel giorno a far strusciare i loro soldati? Non per passare sotto il filo spinato, perchè la guerra era già cambiata…

Questa necessità nasce in America: quando hanno fatto la chiamata per il Vietnam, gli americani erano già teledipendenti. L’uso smodato della televisione costituiva già una patologia, tranne in alcune zone del paese in cui la televisione non era arrivata; per cui l’esercito si trovò giovani di 18-20 anni coordinatissimi e  giovani di 18-20 anni di un impaccio motorio terribile.

Gli studi cosa hanno dimostrato? I loro studi hanno dimostrato che nell’evoluzione umana lo schema motorio che permetteva il miglior raggiungimento della lateralità, della dominanza, del coordinamento, era lo STRISCIO, per cui si sono messi a far strisciare i soldati.  

Poi si sono messi a far correre i soldati e dopo ancora hanno insegnato ai soldati il coordinamento degli arti motori superiori e si sono inventati la scala orizzontale.

Poi lo stesso schema è stato trasportato nella riabilitazione motoria dei militari, nelle cliniche, perché tutta la riabilitazione, come la medicazione, è nata dai militari e poi si è sviluppata in varie tecniche e metodiche riabilitative.

Alla materna, quando capita di valutare un bambino, noi abbiamo visto che la cosa più importante è:

CAMMINO, CORSA, CAPRIOLE

E se il bambino non è lateralizzato? Lo striscio.

Perché lo striscio?

Perché nello striscio vado ad usare i gesti, tutti e due gli emisferi in sincrono, li stimolo completamente.

  • Il fondo, per esempio, non mi permette di lateralizzarmi, se io non ho lo schema della lateralità costruito, con il fondo, non riesco a lateralizzarmi.
  • Neanche nella corsa riesco a farlo. Quando corro a volte non stimolo uno schema dei due emisferi, penso di andare a stimolarlo, penso di consolidare uno schema neuromotorio, ma a volte si conserva, a volte si matura, altre volte vado a riproporre lo schema patologico e consolido lo schema patologico perché l’informazione sensoriale che io produco è quella che io ricevo e quindi consolido l’errore.
  • Se io cammino zoppicando, continuo a camminare così, anche se uno mi dice: “cammina dritto”, io continuo a camminare così perché questo è lo schema che ho imparato. Il mio cervello ha imparato questo schema e quindi questo ripropone.

Da oggi l’indicazione è: Fai fare a tuo figlio strisci e capriole!

 

Autore: Marco Masella
Marco Masella Presidente della Scuola di Palo Alto, Padre e promotore di Educare i Bambini alla Felicità.

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