La forza delle immagini positive

  • Postato da: Marco Masella

immagini positiveLe immagini positive possono davvero aiutare i nostri figli.

Si chiama Happiness-time: momento della felicità. E’ il tempo senza tempo della sera in cui, come racconta una favola nordica, i bambini si divertivano con gli occhi a legare le stelle costruendo figure, inventando nuovi universi.

Anche nel nostro mondo in cui a causa dell’inquinamento luminoso è sempre più difficile l’esplorazione del Cielo possiamo ricostruire molte storie di luce con i nostri figli.

Sono i racconti delle cose belle che abbiamo incontrato durante la giornata: pensiamo ai sorrisi scambiati, a uno sguardo di tenerezza ricevuto, a un compito svolto bene. Proviamo con i bambini a costruire il nostro “Cielo Invisibile”, la nostra narrazione luminosa.

Rievocare belle immagini, azioni positive, come rivelano studi neuro-scientifici, commuove come una canzone e proprio come una melodia stimola i neuroni a lavorare con un sincronismo cinque volte maggiore rispetto al normale favorendo la fioritura, la maturazione del nostro cervello, dei suoi circuiti, delle sue infinite ramificazioni neuronali. Non solo.

Questa rielaborazione positiva contribuisce ad attivare la produzione di endorfine, calmanti naturali, e a sollecitare libere associazioni gioiose.

[box type=”info”] I neuroscienziati sostengono che siamo governati da molecole cosiddette informazionali (peptidi, neurotrasmettittori, ormoni), incaricate di inviare informazioni dalla periferia al centro e dal centro alla periferia del nostro organismo.[/box]

I recettori di queste di queste sostanze sono sparsi in tutto il corpo, ma in modo significativo negli organi di senso: tatto, vista, olfatto dove entrano le informazioni del mondo esterno.

Rievocare le esperienze positive, riannodarle nella memoria è un meccanismo che funziona un po’ da detonatore permettendo di rimettere in circolo l’energia intrappolata nel sistema nervoso da ansie e paure.

Scienziati della University of Miami Medical School in Florida si sono spinti oltre. Hanno scoperto che la distensione elettrica cerebrale prodotta dalle immagini positive attiverebbe con maggior efficacia anche le cellule immunitarie. In altre parole, custodire le cose belle del quotidiano ci rende più vitali.

Addirittura anche l’attività del sistema limbico quello che coordina il piacere è più equilibrata e il risultato è che circolazione, cuore, ossigenazione funzionano meglio.

Gli invisibili che ci orientano…

La vita di tutti i giorni si svolge in compagnia di entità “astratte”, invisibili: le forme di energia, i messaggi tecnologici, i virtuosismi della fisica.

Viviamo circondati da questa folla di invisibili che ci orientano: pensiamo ai valori o alle figure mitiche.

Nonostante la familiarità con questo esercito di invisibili, a volte, però abbiamo difficoltà a sentire le immagini e le parole positive del nostro quotidiano, qui, vicine. Per prendere confidenza con loro abbiamo bisogno dell’aiuto di qualcuno che le cerca e le scopre con noi. Abbiamo bisogno di relazioni significative.

Essere in relazione, ricordiamolo, è un bisogno primario del bambino.

Come rivela un esperimento che ha coinvolto mamme-surrogato e cuccioli di scimmia è emerso che i piccoli angosciati da eventi traumatici cercavano riparo vicino al genitore caldo e morbido e non presso quello in grado di fornire cibo e latte. C’è di più.

Nell’ambito delle relazioni sono i rinforzi positivi a migliorare il tono del nostro umore, le performance, la memorizzazione, la capacità di vivere rapporti.

Ancora in gioco le immagini positive declinate in altra forma ci aiutano a spaziare su orizzonti più ampi, a essere più flessibili, a uscire da labirinti che limitano le nostre possibilità espressive.

Ci aiutano a elaborare con maggiore facilità le soluzioni utili per uscire dai problemi e dalle piccole contrarietà che ostacolano il ritmo della nostra “crescita”.

Ma non è solo la sera il momento privilegiato per riannodare i fili della nostra positività contemplando il “Cielo”.

Altri “esercizi” sulla positività?

  • Uno è il cosiddetto twenty-one: per 21 giorni ogni mattino iniziamo la giornata con tre cose di cui siamo grati.Cerchiamo di non sgarrare perché ci vogliono esattamente 21 giorni per costituire nuovi circuiti neuronali sulla spinta delle immagini positive.
  • Due: leggiamo in famiglia storie che hanno per protagonisti personaggi resilienti capaci di formulare una loro forza, quasi invincibile, a partire dall’elaborazione delle criticità, delle fatiche.
  • Tre: esercitiamo ad aggiungere ai nostri pensieri, alle nostre frasi un aggettivo positivo. Questa semplice addizione ci aiuta a passare dal pensiero convergente a quello divergente. Il passaggio dall’uno all’altro è alla base della creatività che a sua volta favorisce il problem solving, la sintonia con quel che stiamo facendo, con le persone che ci stanno intorno.

La creatività è un aspetto fondamentale delle persone felici: ma in gioco c’è anche la fisiologia!

Si pensi alla vitalità che assicura una respirazione lenta, non affannata.

Gli animali più nervosi respirano con ansia: 40 volte al minuto lo scoiattolo, contro 2 o 3 della tartaruga che non a caso vive più a lungo.

L’uomo dovrebbe impiegare 10 secondi per ogni atto respiratorio.

Sì felicità è anche inspirare ed espirare correttamente. Attenzione, però: non c’è il gene o la molecola della felicità tout court.

Sono le immagini positive della vita a orientare l’organizzazione biochimica e psicologica di ciascuno.

Ed è l’educazione la cinghia di trasmissione tra la felicità dei genitori e quella dei figli, è l’educazione a renderci felici.

 

Autore: Marco Masella
Marco Masella Presidente della Scuola di Palo Alto, Padre e promotore di Educare i Bambini alla Felicità.

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