Educazione dei figli. La famiglia e la scuola.

  • Postato da: Marco Masella

L’educazione dei figli passa anche attraverso le prime esperienze sociali di un bambino, e trova la sua espressione più importante nella scuola materna: le esperienze sociali di un bambino, infatti, sono molto ridotte, fatta eccezione per alcuni casi particolari.

La scuola materna diviene, pertanto, il luogo in cui il bambino ha maggiore opportunità di confronto con i suoi coetanei, il luogo in cui l’educazione dei figli continua.

Quando si trovano a confrontarsi con i loro coetanei, molti bimbi si picchiano, qualcuno va anche oltre, e il rischio concreto è che non lo facciano solo tra di loro, ma abbiano lo stesso tipo di comportamento anche nei confronti degli adulti.

Ci sono molte persone che ridono di questi atteggiamenti dei piccoli tanto da convincerli che questo loro modo di fare è un gioco e per di più anche piuttosto divertente.

educazione dei figliPer una maestra è molto difficile dire a un genitore che il proprio figlio ha problemi di comportamento, non solo per la delicatezza e la complessità della questione, ma anche e, soprattutto, perché spesso i genitori hanno la tendenza a spalleggiare i bambini, andando di frequente contro il parere degli insegnanti o minimizzando certe situazioni.
Nel momento in cui io genitore denigro davanti a mio figlio l’operato della maestra attribuisco al bambino un potere su di me che egli non sa gestire, che lo manda in crisi e gli crea grosse difficoltà.

Queste cose possono essere gestite finché il bambino è ancora piccolo, in quinta elementare sarà sempre più difficile tornare indietro e cambiare registro.

Se è vero che l’educazione dei figli passa anche attraverso la scuola, è pur vero che la scuola ha il compito di educarli in modo differente dai genitori.

Oggi si delega alla scuola troppe responsabilità, ma una maestra non può sopperire a tante mancanze, non è una figura affettivamente significativa come quella del genitore.

Con la mamma e il papà esiste un legame affettivo stretto, profondo che l’insegnante non ha e non può avere.

Troppo spesso oggi si dà contro agli insegnanti pur di proteggere i propri figli e si tende a dimenticare che le regole di comportamento si danno e devono essere fatte rispettare a casa dai genitori e non a scuola dai maestri.

L’educazione dei figli deve partire dalla famiglia!

Un discorso a parte merita sicuramente il problema dell’organizzazione scolastica italiana, soprattutto per quanto riguarda le elementari.

In seconda elementare i bambini non possono avere sette maestri diversi che dettano ai bambini tempi e regole differenti.

A mio avviso bisognerebbe tornare alla maestra unica, almeno per le prime due classi, affinché il ritmo scolastico si possa regolare sui bambini e non sulle lancette di un orologio.

I bambini devono imparare a leggere, a scrivere e far di conto e poi possono dedicarsi alla storia, alle scienze, alla geografia e a tutte le altre materie complementari.

Solo una gestione accurata del loro rendimento può far ottenere risultati soddisfacenti.

Le cose cominciano a cambiare dalla terza elementare, quando ormai i bambini hanno acquisito le competenze di base e sono pronti ad affrontare mille altri argomenti più o meno utili e interessanti.

A questo punto sarà possibile avere diverse maestre che si specializzeranno in un’unica materia e forniranno ai piccoli un’istruzione più completa e articolata.

Nell’ educazione dei figli le regole vanno rispettate!

Un esempio evidente di come le regole devono essere fatte rispettare lo ritroviamo nell’insegnamento in alcune discipline sportive come per esempio il judo.

Il judo è uno sport che richiede il rispetto delle regole: non c’è nulla da capire, si devono eseguire determinati movimenti, è così punto e basta.

A nessun bambino viene insegnata una cosa se non è in grado di gestirla, perché potrebbe danneggiare se stesso e gli altri. Gli stessi movimenti vengono ripetuti finché non si eseguono alla perfezione.

Se poi l’attenzione cala nessun problema, i bambini si debbono far stancare facendo fare loro strisci e capriole.educazione dei figli 1

Quando i piccoli si saranno stancati a sufficienza potranno ricominciare ad eseguire i loro esercizi. In questo modo torneranno a casa stanchi, ma tranquilli e avendo acquisito l’autocontrollo, certo non un autocontrollo cognitivo, ma del movimento.

Non tutti riescono ad acquisire questo autocontrollo, infatti è parere comune che il judo sia uno sport per molti ma non per tutti.

Lo sport è uno dei settori in cui le regole sono fondamentali.

Esse vanno rispettate, non discusse né comprese.

Diventano una questione di allenamento, ci si abitua fino a farle diventare una cosa normale. Questo aspetto accomuna tutti gli sport, dalle arti marziali, al calcio, al basket.

I bambini devono essere consapevoli della loro esistenza e rispettarle. In fondo è una semplice questione di allenamento.

Dimmi cosa ne pensi…

 

Autore: Marco Masella

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6 commenti

  • stefano Boscariol

    Somo educatore, istruttore da più di 35 anni e credo sia diventato molto difficile operare in questo settore, fra l altro non valutato economicamente in modo corretto e giusto, visto che si è nello stesso tempo e luogo contemporaneamemte educatori, insegnanti, istruttori, psicologi, amici, genitori e anche baby sitter.
    Le difficoltà nascono a mio modesto parere dal ruolo genitoriale che abbisognerebbe in primo luogo essere rieducato e riformato.

  • Monica Arba

    Condivido pienamente e la conseguenza dell’incapacità dei genitori di dare alcune regole precise sul comportamento da adottare a scuola e nei confronti degli insegnanti sta mettendo in scacco intere classi. Parlo della mia esperienza personale dove alcuni elementi non consentono lo svolgimento delle lezioni e, purtroppo, insegnanti mediocri non sono in grado di gestire una classe elementare. La conseguenza e che non si riesce a fare lezione e, sembra assurdo, i bambini che fanno chiasso fanno i compiti a casa e gli altri no. I genitori convocati dagli insegnanti alzano le spalle e neanche riprendono i propri figli.
    Aggiungo anche che, considerato il livello di preparazione dei docenti generalmente piuttosto basso, ma sopratutto la scarsa voglia di impegnarsi, è difficile che riescano a conquistarsi la stima e il rispetto dei genitori!
    E’ un gatto che si morde la coda….

  • chiara carletto

    condivido pienamente!
    grazie