Educare i figli: alimentazione e stare a tavola.

  • Postato da: Marco Masella

educare i figli 1Educare i figli è una percorso che pervade tutti gli aspetti del vivere comune, tra questi ne emerge uno che deve essere regolamentato: quello dell’alimentazione.

Il rapporto con il cibo si deve regolamentare: il bambino deve mangiare a pasto e deve mangiare quello che si sente, senza alcuna forzatura, perché è in grado di autoregolarsi.

Bisogna educare i figli anche a tavola!

Inoltre il bambino va allenato al gusto: proponendogli un cibo alla volta, quindi un sapore alla volta. In questo modo, imparerà a riconoscere questo sapore, lo memorizzerà e selezionerà ciò che gli piace.

Attenzione però: il bambino impara i gusti e non la fame, quella c’è o non c’è. Queste due cose non vanno confuse e vanno tenute ben distinte.

Se io mangio e poi vado a letto il giorno dopo rischio di non fare colazione perché è in corso ancora la digestione della cena.

Lo stesso vale per i bambini che dovrebbero poter mangiare e avere poi due ore prima di andare a letto, senza ulteriori spuntini post-cena: non è una violenza, è educazione alimentare.

Quando ero bambino non esistevano centinaia di tipi diversi di merendine e snack, ce n’erano tre o forse quattro.

Oggi si può scegliere tra una varietà enorme di dolciumi e spuntini di vario genere e questo non perché i produttori di dolciumi tengono particolarmente ai nostri figli e al loro benessere, ma perché hanno come intento quello di arricchirsi.

Siamo noi genitori a dover dare freno al consumo di questi cibi e a definire delle regole.

Nell’ educare i figli, i genitori sperimentano assieme al problema del cibo anche quello dello stare a tavola.educare i figli

Voi come impostate il pranzo o la cena? Come state a tavola?

Stare a tavola nella maggior parte dei casi vuol dire stare a tavola con la televisione accesa e, quindi, con un elemento di disturbo che non facilita di certo le cose.

A questo si aggiunge il problema del rifiuto di molti bambini di stare seduti.

Si alzano, si muovono, si agitano e, puntualmente, vengono rincorsi dalla mamma, con la forchetta in mano, che tenta di fargli mandar giù un boccone: non sia mai muoiano di fame!

Quando si mangia si sta seduti a tavola finché non si è terminato: questa è la regola e va rispettata.

Provate a metterla in pratica, senza ansia ma con fermezza.

La prima sera le cose potrebbero non andare molto bene, la seconda forse nemmeno, ma se abbiamo la determinazione e la costanza nel giro di una settimana la regola sarà appresa e “digerita”.

Attenzione però: affinché ciò avvenga la regola deve essere univoca, chiara e precisa. Deve essere univoca per non dare adito a fraintendimenti e ambiguità e deve essere ben definita.

In questo modo avremmo messo le cose in chiaro sin dal principio: la regola c’è e va rispettata, anche se il bambino cercherà comunque di infrangerla, eluderla o di capire se, per caso, qualcuno ha cambiato idea.

Educare i Figli: Il giocatore che non ti aspetti

Nell’ educare i figli è innegabile che ci siano bambini particolarmente tenaci nel non voler accettare le regole, ma questo dipende dai genitori che hanno un comportamento altalenante e non forniscono un punto fermo, stabile su cui andare a costruire il processo di accettazione e rispetto: a volte rimangono fermi sul punto, altre cedono con troppa facilità.

In questa situazione i piccoli hanno la tendenza ad assumere lo stesso comportamento dei giocatori d’azzardo: io ci provo, tanto non è detto che non la spunti: una volta vinco, una volta perdo, ma tanto vale la pena provare.

Il bambino che impara che dagli adulti può ottenere tutto ciò che vuole pretenderà questo modo di fare da tutti gli adulti indistintamente: zii, nonni, persino la maestra.

A questo punto il piccolo fa una gran fatica ad accontentarsi e comincia a “rilanciare” e rilancia in modo incontrollato e incontrollabile, vuole sempre di più.

I bambini, invece, hanno bisogno di limiti e quei limiti di cui hanno bisogno sono dati innegabilmente proprio dalle regole.

Raccontami la tua esperienza!

 

Autore: Marco Masella

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4 commenti

  • chiara

    sono la nonna di 2 nipotini gemelli di 5 anni: bambini molto svegli ed educati, in genere, ma non quando si va a tavola! non si sporcano, ma continuano a disturbarsi a vicenda, mangiano poco e sono subito pronti per andarsene dal tavolo (chiedono :”posso”, ma la risposta è inutile..) abbiamo provato ad incentivarli disegnando un traguardo da raggiungere = ogni volta che si comportavano bene coloravano una casella ed alla fine c’era un piccolo premio!Per un po’ ha funzionato e poi tutto come prima. Cosa possiamo fare?

    • Buongiorno Chiara,
      è raro incontrare bambini che amano passare il tempo a tavola perchè c’è sempre qualcosa di più interessante da fare altrove.
      A quell’età stare seduti è una specie di tortura e immagino che i suoi nipoti abbiano trovato il modo di alleggerirla stuzzicandosi a vicenda.
      L’unico consiglio che mi sento di dare è di chiamarli a tavola quando il cibo è già nei piatti per ridurre al minimo i tempi di attesa, e quando non è possibile – per esempio quando siete fuori a cena – matite e libri da colorare in modo tale da tenerli impegnati nell’attesa tra un piatto e l’altro.
      Un altro strategemma è utilizzare piatti grandi (mantenendo le porzioni adatte ad un bambino). La sensazione sarà di avere poco cibo da mangiare, tutto sommato uno sforzo che si può affrontare.

      Un caro saluto.

  • Lucia Di Giorgio

    GENTILE REDAZIONE,

    La mia esperienza di mamma, ha spesso fatto i conti con questa problematica, sopratutto dopo che i miei figli tornavano dall’asilo ed io presa dal rimorso perché li lasciavo, per andare a lavoro, diventavo succube dei loro capricci.
    Mi spiego meglio, intanto all’uscita dall’asilo era quasi fisso passare dall’edicola, poi una volta a casa, mi occupavo di preparare il pranzo, ma spesso, specie il piccoletto non mangiava, era molto goloso, quindi mi chiedeva subito le caramelle, le cioccolate…la pasta non gli andava…
    Con il tempo ho capito, che mio figlio era troppo abituato a mangiare dolci…e questi cibi, più ne mangi, più l’organismo te li richiede.
    Infatti, se ci penso, i primi anni di vita, i nonni ti danno una mano, GRAZIE A DIO che ci sono, però nel mio caso era consuetudine salutare i bambini con la caramella, a scuola/ludoteca le maestre calmavano i bambini con la caramella.
    RISULTATO:I BAMBINI NON GUSTANO PIU’ I CIBI SEMPLICI E SALUTARI..E I DENTI NEL FRATTEMPO SI CARIANO!!!
    Da quando invece, crescendo la scuola comincia a piacere, i dolci vengono dati in maniera più ponderata, i bambini hanno fame.
    Il menu’ lo decido io, e abbiamo raggiunto un compromesso:un giorno il primo speciale es. pasta alla carbonara e un giorno pasta e legumi…
    Quando cucino il pesce, il grande mi dice:io non mangio…Non ci crederete mai:non mi preoccupo…RISPONDO:OK
    Una volta a tavola mangia, perchè uno degli errori che non bisogna fare a tavola sono le alternative….se si da la possibilità di scegliere, è normale che i figli mangiano quello che piace, lo abbiamo fatto anche noi!!!!
    Un altro suggerimento: se non vogliono la pasta, il pane…qual’e’ il problema?Io sopratutto a cena, ho notato che troppa pasta e pane fanno ingrassare….E’ importante che i bambini mangino tutto:un po di primo, il secondo:carne, pesce, uova…prosciutto crudo, bresaola…niente affettati.Tanta frutta e verdura…Occhio ai coloranti!ELIMINATE LE CARAMELLE!!!!

    • Grazie Lucia per il tuo contributo.
      I sensi di colpa sono spesso il peggior nemico delle regole eppure i figli hanno un estremo bisogno delle regole, tanto quanto l’amore che ogni giorno gli diamo. Naturalmente questo vale in ogni ambito, alimentazione compresa. Il tema del cibo è un argomento molto dibattuto. Con un accesso all’informazione sempre più ampio e un eccesso di notizie che dicono tutto e il contrario di tutto è diventato veramente difficile distinguere tra le vere buone regole alimentari e le presunte tali. A mio avviso l’uso del buon senso è sempre la via preferibile per non cadere in estremismi che non sono mai sani.